martedì 20 novembre 2012

Tristano e Isotta

La storia di Tristano e Isotta è probabilmente uno dei più famosi miti che ha acquistato popolarità durante il Medioevo. Di origine celtica, le prime redazioni sono state realizzate da poeti normanni. La leggenda narra dell'amore tormentato tra Tristano, un nobile cavaliere della Cornovaglia ed  Isotta d'Irlanda, moglie di re Marco, zio dello stesso Tristano. Questa tragedia, che si conclude con la morte dei due amanti, è stata riproposta nel tempo in tutte le salse possibili ed immaginabili. Passando da racconto orale, a poema, a romanzo cortese, a capolavoro musicale di Wagner, a opera cinematografica. Non sempre si è rimasti del tutto fedeli alle origini, che comunque si suddividono in più fonti, ma dopotutto, le leggende sono per loro natura interpretabili, l'importante è riuscire a conservare il cuore del racconto, ogni qual volta questo, venga adattato in una nuova forma.

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Per chi non fosse famigliare con il mito, ecco in sintesi la trama:

La storia narra del nobile Tristano, erede spodestato dal trono di Bretagna, che crebbe alla corte dello zio materno, il buon Re Marco di Cornovaglia. Tristano è nobile e coraggioso e all’arte della spada unisce l’arte della musica, ma non è ben visto dai baroni del regno che non lo considerano il degno erede di Re Marco. La Cornovaglia inoltre deve affrontare le pretese del Re d’Irlanda, che manda il mostruoso fratello Moroldo a richiedere un tributo, il quale, oltre ad un enorme quantità di libri di cuoio, argento e infine oro, pretende anche di portare via 300 fanciulli e 300 fanciulle. Re Marco non tollera ciò, ma è incapace di battersi e nessuno dei suoi baroni sembra intenzionato a difenderlo. È Tristano che entra in scena e convince Moroldo a battersi su un’isola sperduta all’ultimo sangue. La battaglia non è facile, ma Tristano riesce ad avere la meglio su Moroldo e a tornare al castello, dove il nobile cavaliere rischia però la vita per una ferita riportata nel duello, aggravata dal veleno della spada del cavaliere irlandese.

Secondo la tradizione celtica, in questi casi lo sfortunato guerriero va lasciato alle acque del mare e così Tristano è posto su una zattera e spinto al largo. La barca naufraga sulle sponde dell’Irlanda e Tristano viene salvato da una bellissima fanciulla, Isotta dai biondi capelli, la figlia del Re. Tra i due nasce subito una certa complicità, ma dopo 40 giorni, essendo guarito, Tristano per timore di essere riconosciuto dai cavalieri irlandesi torna in Cornovaglia. Intanto Isotta viene a sapere della morte dello zio e medita vendetta contro il suo assassino. In Cornovaglia i baroni restano stupiti dal ritorno di Tristano, ma intenzionati a non farlo diventare Re, chiedono a Re Marco di sposarsi e di dare allo stato un erede diretto. Secondo la legge celtica, infatti, se il re non aveva eredi era il figlio della sorella a dover ereditare il regno, e ciò suscitava la loro gelosia. Marco accetta, ma vorrà sposare solo la fanciulla cui appartiene il ricciolo d’oro che una rondine aveva condotto fino al suo castello. Tristano informa il re che la ragazza in questione è la principessa d’Irlanda; perciò il matrimonio, oltre a calmare i baroni, avrebbe favorito la pace.

Tristano torna in Irlanda dove viene a sapere di un editto reale, secondo il quale chiunque fosse riuscito a sconfiggere un Drago che minacciava la città avrebbe potuto sposare la principessa Isotta. Tristano affronta il Drago e lo uccide tagliandogli la lingua come prova, però il veleno lo fa svenire e Aghingherrano il Rosso, un codardo pretendente di Isotta, si prende il merito e porta la testa del drago a palazzo. Il re non crede alle parole di Aghingherrano e rimanda la riunione di 3 giorni. Intanto Isotta va alla ricerca del vero uccisore del mostro e lo trova in punto di morte. Grazie alle loro competenze mediche riescono di nuovo a guarirlo e Isotta gli prepara un bagno. Qui, fa una terribile scoperta: pulendo la spada di Tristano si accorge che manca una parte e la confronta con un frammento di spada che aveva estratto dal cranio di Moroldo, riconoscendo la sua appartenenza. Furiosa, decide di ucciderlo, ma Tristano è molto abile nel parlare e si salva la vita facendole credere di essere innamorato di lei. Solo dopo aver provato la sua vittoria contro il drago, dice di essere il messaggero di Re Marco.

Prima della partenza d’Isotta, la Regina Madre consegna a Brangenia un filtro d’amore che farà innamorare Isotta dello sposo, molto più anziano di lei. Il destino vuole però che Tristano e Isotta, scambiato il filtro per vino, lo bevano, si innamorino e consumino così il loro amore durante il viaggio verso la Cornovaglia. Isotta non è più vergine, ma la buona ancella Brangenia si offre spontaneamente per la prima notte col re. Tristano e Isotta non possono smettere di amarsi e con diversi stratagemmi riescono ad incontrarsi segretamente, ma Brangenia non ne è all' oscuro. Anche i baroni se ne accorgono e insistono perché lui venga esiliato; il Re Marco è quindi obbligato a cacciarlo. Tristano e Isotta continuano però a vedersi all'esterno e gli spioni ingaggiano così un nano che conosce l'arte della magia per riuscire a trovare delle prove. Il nano cerca di provare la loro colpevolezza e una notte fa sì che i baroni seguano Isotta con il Re Marco e osservino l' incontro dei due innamorati. Tristano vede il riflesso del re nascosto su un albero e finge di incontrare Isotta solo per capire come mai il Re l' ha cacciato. Isotta capisce e sta al gioco; il re osservando la scena è molto intenerito e si sente in colpa di aver pensato ad un tradimento: fa così tornare Tristano a corte. Il nano viene condannato a morte e scappa, ma il suo lavoro non è finito. I baroni lo chiamano nuovamente e organizzano un piano per dimostrare il tradimento dei due amanti. Questa volta partecipa anche il re e grazie a uno stratagemma Tristano e Isotta vengono scoperti.

I due innamorati vengono così condannati al rogo, una morte vergognosa. Tristano si getta da una cappella ma non muore e riesce così a scappare. Isotta deve essere bruciata, ma interviene un gruppo di lebbrosi. Il loro capo fa capire al re che la regina non merita una morte rapida, ma una morte lenta e laida; propone così di portarla via con sé. Tristano intanto con l’aiuto dello scudiero Gorvenale giunge a una strada fuori Tintagel, dove incontra il gruppo di lebbrosi e l'amata. Uccide il capo e prende con sè Isotta, ma sono obbligati a rifugiarsi nella foresta. Qui vivono per un lungo periodo, conducendo una vita umile e selvaggia. Nessuno dei due è contento di vedere l' altro vivere in quel modo. Dopo qualche tempo un forestiero li scopre e si reca a riferirne al re. Il Re Marco li cerca e li trova addormentati nella foresta; per caso tra i due c'è la spada di Tristano. Il re vede ciò come un simbolo di castità e li perdona, lasciando dei suoi oggetti nella capanna per segnare la sua visita. Al loro risveglio si accorgono di ciò che è successo e iniziano a ripensare a re Marco. Infine capiscono che non possono trascorrere tutta la loro vita là e Tristano decide di far tornare Isotta a corte. Aiutati da un eremita si mettono in contatto con il re, che è contento della loro proposta e accoglie nuovamente Isotta. I baroni, non contenti, vogliono che Isotta giuri di non aver mai tradito il re. Isotta, decisa a non essere più presa di mira, decide di fare il giuramento davanti a Re Artù. Escogita un piano con Tristano e riesce a giurare il vero.

Tristano si allontana quindi dalla Cornovaglia e va in Bretagna; in caso di pericolo però ciascuno avrebbe soccorso l' altro. Tristano diventa amico di Caerdino, il figlio del duca Oele e lo aiuta durante una battaglia. Per ricompensarlo, questi gli offre la mano della sorella. Isotta dalle Bianche Mani. Tristano la accetta per non offendere il suo onore, ma non consumerà mai il matrimonio e resta fedele a Isotta la Bionda. Isotta dalle Bianche Mani è offesa da ciò e ne parla con il fratello. Caerdino affronta Tristano e il giovane è obbligato a raccontargli tutto. In seguito Tristano vuole rivedere Isotta; si finge pazzo e si reca a Tintagel dove si fa riconoscere a fatica. Durante un'imboscata viene gravemente ferito da una punta avvelenata ed è sul punto di morire, perciò chiede a Caerdino di andare in Cornovaglia e scortare Isotta la Bionda che lo avrebbe salvato. Se Isotta fosse venuta, Caerdino avrebbe dovuto issare una vela bianca, altrimenti una vela nera. L'inviato parla con Isotta e subito si imbarcano verso la Bretagna.

Tristano riesce a scorgere una nave ma i suoi occhi offuscati non distinguono il colore della vela. Isotta dalle bianche mani, gelosa di quel suo tenace amore, dice al povero Tristano che la vela è nera ed egli muore poco dopo. Isotta dai biondi capelli non fa in tempo a giungere e dopo aver pregato per l’amato gli muore accanto. Per volere di Re Marco i due sventurati sono sepolti in Cornovaglia e dalla tomba di Tristano nasce un rovo che si estende fino al sepolcro di Isotta.

***

Una delle più recenti forme in cui si è espressa questa leggenda del ciclo bretone, è la a dir poco splendida canzone "Tristan and Isolt" di Heather Dale, che lascio qui di seguito con la mia relativa traduzione del testo.

Confesso che prima di scoprire questo pezzo, consideravo il mito di Tristano e Isotta come un mattonazzo di una pensantezza infinita a cui non mi sarei mai avvicinata neanche per sbaglio... inutile dirvi che ho cambiato completamente opinione. Non saprei spiegarvi esattamente il perchè, forse semplicemente avevo bisogno di tornare alla forma originale per comprenderne la forza: la magia di un cantastorie che, mentre sediamo davanti al fuoco e gustiamo idromele, riesce a parlare alla nostra anima. Heather Dale, intrecciando musica e parole, è riuscita a farmi sentire per la prima volta tutto lo struggente sentimento, dello sfortunato amore tra Tristano e Isotta.





Chi, non conosce la tragedia di Tristano e Isotta?
Il biondo suonatore d'arpa della Cornovaglia, le cui mani reggevano sia l'acciaio che le corde?
Ed il più prezioso tesoro d'Irlanda, nata come Elena al di là del mare
Mentre le onde avvicinandosi si inchinavano d'innanzi alla sua bellezza?

Tutti coloro che hanno ascoltato la storia, sanno che il Fato cieco e crudele
Guidò la coppa con il dolce filtro d'amore verso labbra dissenzienti
E mentre l'asse tornava ad appoggiarsi sul legno del molo ed il Re ammirava la sua Signora
I canti risuonavano nella chiesa e i gabbiani stridevano.

Tutti i cantori si affannano sull'agonia del loro amore
Insoddisfatto e per sempre rivolto al nord come il metallo nelle rocce.
Ma pochi parleranno mai di come il freddo respiro delle Northlands
Permise loro di giacere infine uniti senza inganno.

Quando Tristano non potè più sopportare la vergogna di una coscienza sporca,
Salpò per la lontana Bretagna, incerto e senza amore.
Abbandonò la sua musica, recise le corde che gli avevano donato gioia,
E cercò conforto nel furore del campo di battaglia.

Crebbero le lodi intorno a lui come il granturco intorno a un masso
Mentre l'uomo della Cornovaglia dava battaglia ai demoni fuori e dentro di sè.
Nel cantare la spada ed il tuono, Tristano cercò in vano una distrazione
Eppure Lei sussurrava nel silenzio del massacro.

E' tradizione tra iguerrieri ricompensare nobili eroi,
La bella Blanchmaine dei Bretoni gli fu data in moglie.
Ma Blanchmaine non conobbe alcun piacere con il suo freddo e triste marito
Poichè il volto marmoreo del ricordo era la sua sposa.

In quel tempo il paese era assediato dai serpenti dell'Eden
E la più vile di tutte le creature può portare la peggiore delle cadute.
Due veleni scorrevano dentro di lui, e nessuno poteva salvarlo
Se non le arti curative dell'Irlanda ed Isotta.

Ali di speranza salparono, avanzando verso nord sfidando la tempesta
Con tenere parole supplicanti pietà e grazia.
Se il suo amore non la toccava più, si issasse il nero nelle sartie
Ma se il bianco li avesse uniti, avrebbe atteso.

La luce del giorno si ritirò strisciando, i demoni di Tristano si affollarono attorno a lui
E le parole delle sue allucinazioni portarono allo scoperto il suo amore segreto,
Mentre la donna che aveva sposato ma alla quale non aveva dato nulla
Sedeva al suo fianco in una lunga e gelosa attesa.

Il mattino incorniciò la risposta che avanzava leggera sull'acqua.
Come il vessillo vittorioso di Cristo, volò verso la riva.
Era bianco come le vesti degli angeli, ma quando flebilmente la pregò,
La bella Blanchemaine rispose piano, "E' della notte."

Chi può dire quale veleno strappò l'anima dal corpo di Tristano,
E le campane cominciarono a suonare mentre Isotta correva lungo la spiaggia.
Il vento si fece debole e silenzioso mentre lei piangeva sul suo amato,
E con gentilezza portò via il suo dolore.

Li deposero l'uno accanto all'altra con la terra a separarli.
Ancora una volta, divisi dalle morali del mondo.
Ma i loro spiriti salirono verso l'alto, il rovo d'Irlanda e la rosa della Cornovaglia,
E infine giacquero, finalmente intrecciati.

2 commenti:

Unknown ha detto...

un tuffetto nel passato, piacevole :) tu traduci dall'italiano all'inglese?

Serena Menozzi ha detto...

Sono contenta di averti offerto un viaggio nel passato! Si esatto e viceversa :) in realtà traduco anche dallo spagnolo e in futuro ho in programma di aggiungere francese e giapponese al bagaglio, ma per ora quasi tutti gli articoli di mio interesse provengono da fonti in inglese!

 

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