martedì 20 novembre 2012

Tristano e Isotta

La storia di Tristano e Isotta è probabilmente uno dei più famosi miti che ha acquistato popolarità durante il Medioevo. Di origine celtica, le prime redazioni sono state realizzate da poeti normanni. La leggenda narra dell'amore tormentato tra Tristano, un nobile cavaliere della Cornovaglia ed  Isotta d'Irlanda, moglie di re Marco, zio dello stesso Tristano. Questa tragedia, che si conclude con la morte dei due amanti, è stata riproposta nel tempo in tutte le salse possibili ed immaginabili. Passando da racconto orale, a poema, a romanzo cortese, a capolavoro musicale di Wagner, a opera cinematografica. Non sempre si è rimasti del tutto fedeli alle origini, che comunque si suddividono in più fonti, ma dopotutto, le leggende sono per loro natura interpretabili, l'importante è riuscire a conservare il cuore del racconto, ogni qual volta questo, venga adattato in una nuova forma.

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Per chi non fosse famigliare con il mito, ecco in sintesi la trama:

La storia narra del nobile Tristano, erede spodestato dal trono di Bretagna, che crebbe alla corte dello zio materno, il buon Re Marco di Cornovaglia. Tristano è nobile e coraggioso e all’arte della spada unisce l’arte della musica, ma non è ben visto dai baroni del regno che non lo considerano il degno erede di Re Marco. La Cornovaglia inoltre deve affrontare le pretese del Re d’Irlanda, che manda il mostruoso fratello Moroldo a richiedere un tributo, il quale, oltre ad un enorme quantità di libri di cuoio, argento e infine oro, pretende anche di portare via 300 fanciulli e 300 fanciulle. Re Marco non tollera ciò, ma è incapace di battersi e nessuno dei suoi baroni sembra intenzionato a difenderlo. È Tristano che entra in scena e convince Moroldo a battersi su un’isola sperduta all’ultimo sangue. La battaglia non è facile, ma Tristano riesce ad avere la meglio su Moroldo e a tornare al castello, dove il nobile cavaliere rischia però la vita per una ferita riportata nel duello, aggravata dal veleno della spada del cavaliere irlandese.

Secondo la tradizione celtica, in questi casi lo sfortunato guerriero va lasciato alle acque del mare e così Tristano è posto su una zattera e spinto al largo. La barca naufraga sulle sponde dell’Irlanda e Tristano viene salvato da una bellissima fanciulla, Isotta dai biondi capelli, la figlia del Re. Tra i due nasce subito una certa complicità, ma dopo 40 giorni, essendo guarito, Tristano per timore di essere riconosciuto dai cavalieri irlandesi torna in Cornovaglia. Intanto Isotta viene a sapere della morte dello zio e medita vendetta contro il suo assassino. In Cornovaglia i baroni restano stupiti dal ritorno di Tristano, ma intenzionati a non farlo diventare Re, chiedono a Re Marco di sposarsi e di dare allo stato un erede diretto. Secondo la legge celtica, infatti, se il re non aveva eredi era il figlio della sorella a dover ereditare il regno, e ciò suscitava la loro gelosia. Marco accetta, ma vorrà sposare solo la fanciulla cui appartiene il ricciolo d’oro che una rondine aveva condotto fino al suo castello. Tristano informa il re che la ragazza in questione è la principessa d’Irlanda; perciò il matrimonio, oltre a calmare i baroni, avrebbe favorito la pace.

Tristano torna in Irlanda dove viene a sapere di un editto reale, secondo il quale chiunque fosse riuscito a sconfiggere un Drago che minacciava la città avrebbe potuto sposare la principessa Isotta. Tristano affronta il Drago e lo uccide tagliandogli la lingua come prova, però il veleno lo fa svenire e Aghingherrano il Rosso, un codardo pretendente di Isotta, si prende il merito e porta la testa del drago a palazzo. Il re non crede alle parole di Aghingherrano e rimanda la riunione di 3 giorni. Intanto Isotta va alla ricerca del vero uccisore del mostro e lo trova in punto di morte. Grazie alle loro competenze mediche riescono di nuovo a guarirlo e Isotta gli prepara un bagno. Qui, fa una terribile scoperta: pulendo la spada di Tristano si accorge che manca una parte e la confronta con un frammento di spada che aveva estratto dal cranio di Moroldo, riconoscendo la sua appartenenza. Furiosa, decide di ucciderlo, ma Tristano è molto abile nel parlare e si salva la vita facendole credere di essere innamorato di lei. Solo dopo aver provato la sua vittoria contro il drago, dice di essere il messaggero di Re Marco.

Prima della partenza d’Isotta, la Regina Madre consegna a Brangenia un filtro d’amore che farà innamorare Isotta dello sposo, molto più anziano di lei. Il destino vuole però che Tristano e Isotta, scambiato il filtro per vino, lo bevano, si innamorino e consumino così il loro amore durante il viaggio verso la Cornovaglia. Isotta non è più vergine, ma la buona ancella Brangenia si offre spontaneamente per la prima notte col re. Tristano e Isotta non possono smettere di amarsi e con diversi stratagemmi riescono ad incontrarsi segretamente, ma Brangenia non ne è all' oscuro. Anche i baroni se ne accorgono e insistono perché lui venga esiliato; il Re Marco è quindi obbligato a cacciarlo. Tristano e Isotta continuano però a vedersi all'esterno e gli spioni ingaggiano così un nano che conosce l'arte della magia per riuscire a trovare delle prove. Il nano cerca di provare la loro colpevolezza e una notte fa sì che i baroni seguano Isotta con il Re Marco e osservino l' incontro dei due innamorati. Tristano vede il riflesso del re nascosto su un albero e finge di incontrare Isotta solo per capire come mai il Re l' ha cacciato. Isotta capisce e sta al gioco; il re osservando la scena è molto intenerito e si sente in colpa di aver pensato ad un tradimento: fa così tornare Tristano a corte. Il nano viene condannato a morte e scappa, ma il suo lavoro non è finito. I baroni lo chiamano nuovamente e organizzano un piano per dimostrare il tradimento dei due amanti. Questa volta partecipa anche il re e grazie a uno stratagemma Tristano e Isotta vengono scoperti.

I due innamorati vengono così condannati al rogo, una morte vergognosa. Tristano si getta da una cappella ma non muore e riesce così a scappare. Isotta deve essere bruciata, ma interviene un gruppo di lebbrosi. Il loro capo fa capire al re che la regina non merita una morte rapida, ma una morte lenta e laida; propone così di portarla via con sé. Tristano intanto con l’aiuto dello scudiero Gorvenale giunge a una strada fuori Tintagel, dove incontra il gruppo di lebbrosi e l'amata. Uccide il capo e prende con sè Isotta, ma sono obbligati a rifugiarsi nella foresta. Qui vivono per un lungo periodo, conducendo una vita umile e selvaggia. Nessuno dei due è contento di vedere l' altro vivere in quel modo. Dopo qualche tempo un forestiero li scopre e si reca a riferirne al re. Il Re Marco li cerca e li trova addormentati nella foresta; per caso tra i due c'è la spada di Tristano. Il re vede ciò come un simbolo di castità e li perdona, lasciando dei suoi oggetti nella capanna per segnare la sua visita. Al loro risveglio si accorgono di ciò che è successo e iniziano a ripensare a re Marco. Infine capiscono che non possono trascorrere tutta la loro vita là e Tristano decide di far tornare Isotta a corte. Aiutati da un eremita si mettono in contatto con il re, che è contento della loro proposta e accoglie nuovamente Isotta. I baroni, non contenti, vogliono che Isotta giuri di non aver mai tradito il re. Isotta, decisa a non essere più presa di mira, decide di fare il giuramento davanti a Re Artù. Escogita un piano con Tristano e riesce a giurare il vero.

Tristano si allontana quindi dalla Cornovaglia e va in Bretagna; in caso di pericolo però ciascuno avrebbe soccorso l' altro. Tristano diventa amico di Caerdino, il figlio del duca Oele e lo aiuta durante una battaglia. Per ricompensarlo, questi gli offre la mano della sorella. Isotta dalle Bianche Mani. Tristano la accetta per non offendere il suo onore, ma non consumerà mai il matrimonio e resta fedele a Isotta la Bionda. Isotta dalle Bianche Mani è offesa da ciò e ne parla con il fratello. Caerdino affronta Tristano e il giovane è obbligato a raccontargli tutto. In seguito Tristano vuole rivedere Isotta; si finge pazzo e si reca a Tintagel dove si fa riconoscere a fatica. Durante un'imboscata viene gravemente ferito da una punta avvelenata ed è sul punto di morire, perciò chiede a Caerdino di andare in Cornovaglia e scortare Isotta la Bionda che lo avrebbe salvato. Se Isotta fosse venuta, Caerdino avrebbe dovuto issare una vela bianca, altrimenti una vela nera. L'inviato parla con Isotta e subito si imbarcano verso la Bretagna.

Tristano riesce a scorgere una nave ma i suoi occhi offuscati non distinguono il colore della vela. Isotta dalle bianche mani, gelosa di quel suo tenace amore, dice al povero Tristano che la vela è nera ed egli muore poco dopo. Isotta dai biondi capelli non fa in tempo a giungere e dopo aver pregato per l’amato gli muore accanto. Per volere di Re Marco i due sventurati sono sepolti in Cornovaglia e dalla tomba di Tristano nasce un rovo che si estende fino al sepolcro di Isotta.

***

Una delle più recenti forme in cui si è espressa questa leggenda del ciclo bretone, è la a dir poco splendida canzone "Tristan and Isolt" di Heather Dale, che lascio qui di seguito con la mia relativa traduzione del testo.

Confesso che prima di scoprire questo pezzo, consideravo il mito di Tristano e Isotta come un mattonazzo di una pensantezza infinita a cui non mi sarei mai avvicinata neanche per sbaglio... inutile dirvi che ho cambiato completamente opinione. Non saprei spiegarvi esattamente il perchè, forse semplicemente avevo bisogno di tornare alla forma originale per comprenderne la forza: la magia di un cantastorie che, mentre sediamo davanti al fuoco e gustiamo idromele, riesce a parlare alla nostra anima. Heather Dale, intrecciando musica e parole, è riuscita a farmi sentire per la prima volta tutto lo struggente sentimento, dello sfortunato amore tra Tristano e Isotta.





Chi, non conosce la tragedia di Tristano e Isotta?
Il biondo suonatore d'arpa della Cornovaglia, le cui mani reggevano sia l'acciaio che le corde?
Ed il più prezioso tesoro d'Irlanda, nata come Elena al di là del mare
Mentre le onde avvicinandosi si inchinavano d'innanzi alla sua bellezza?

Tutti coloro che hanno ascoltato la storia, sanno che il Fato cieco e crudele
Guidò la coppa con il dolce filtro d'amore verso labbra dissenzienti
E mentre l'asse tornava ad appoggiarsi sul legno del molo ed il Re ammirava la sua Signora
I canti risuonavano nella chiesa e i gabbiani stridevano.

Tutti i cantori si affannano sull'agonia del loro amore
Insoddisfatto e per sempre rivolto al nord come il metallo nelle rocce.
Ma pochi parleranno mai di come il freddo respiro delle Northlands
Permise loro di giacere infine uniti senza inganno.

Quando Tristano non potè più sopportare la vergogna di una coscienza sporca,
Salpò per la lontana Bretagna, incerto e senza amore.
Abbandonò la sua musica, recise le corde che gli avevano donato gioia,
E cercò conforto nel furore del campo di battaglia.

Crebbero le lodi intorno a lui come il granturco intorno a un masso
Mentre l'uomo della Cornovaglia dava battaglia ai demoni fuori e dentro di sè.
Nel cantare la spada ed il tuono, Tristano cercò in vano una distrazione
Eppure Lei sussurrava nel silenzio del massacro.

E' tradizione tra iguerrieri ricompensare nobili eroi,
La bella Blanchmaine dei Bretoni gli fu data in moglie.
Ma Blanchmaine non conobbe alcun piacere con il suo freddo e triste marito
Poichè il volto marmoreo del ricordo era la sua sposa.

In quel tempo il paese era assediato dai serpenti dell'Eden
E la più vile di tutte le creature può portare la peggiore delle cadute.
Due veleni scorrevano dentro di lui, e nessuno poteva salvarlo
Se non le arti curative dell'Irlanda ed Isotta.

Ali di speranza salparono, avanzando verso nord sfidando la tempesta
Con tenere parole supplicanti pietà e grazia.
Se il suo amore non la toccava più, si issasse il nero nelle sartie
Ma se il bianco li avesse uniti, avrebbe atteso.

La luce del giorno si ritirò strisciando, i demoni di Tristano si affollarono attorno a lui
E le parole delle sue allucinazioni portarono allo scoperto il suo amore segreto,
Mentre la donna che aveva sposato ma alla quale non aveva dato nulla
Sedeva al suo fianco in una lunga e gelosa attesa.

Il mattino incorniciò la risposta che avanzava leggera sull'acqua.
Come il vessillo vittorioso di Cristo, volò verso la riva.
Era bianco come le vesti degli angeli, ma quando flebilmente la pregò,
La bella Blanchemaine rispose piano, "E' della notte."

Chi può dire quale veleno strappò l'anima dal corpo di Tristano,
E le campane cominciarono a suonare mentre Isotta correva lungo la spiaggia.
Il vento si fece debole e silenzioso mentre lei piangeva sul suo amato,
E con gentilezza portò via il suo dolore.

Li deposero l'uno accanto all'altra con la terra a separarli.
Ancora una volta, divisi dalle morali del mondo.
Ma i loro spiriti salirono verso l'alto, il rovo d'Irlanda e la rosa della Cornovaglia,
E infine giacquero, finalmente intrecciati.

martedì 13 novembre 2012

Non Sono Come le Altre Ragazze

Mi rattrista vedere come delle ragazze dichiarino con orgoglio di non essere come le altre ragazze – specialmente quando ciò viene fatto tramite un post di Tumblr rebloggato da ben 41,000 di loro, che nemmeno si rendono conto della contraddizione. E' prendere una forma di disprezzo – di odio persino – verso le donne, ed internalizzarla dicendo: "Si, quelle ragazze sono orribili, ma io sono speciale, non sono così.", invece di fare un passo indietro e dire, "Questa è una bugia."

Il vero significato di “non sono come le altre ragazze” è, credo, “Non rispecchio l'immagine presentata dai media, di quello che le ragazze dovrebbero essere.” Bè, ben poche di noi lo fanno. La cultura popolare vuole convincerci che siamo superficiali, arriviste, ossessionate dal nostro aspetto, dipendenti dallo shopping e senza un pensiero nella testa che vada oltre i ragazzi carini e le borsette alla moda. E' una bugia – una bugia bella e buona – e dobbiamo rendercene conto e protestare, invece di accettare questo giudizio come valido se riferito ad altre ragazze che non siano noi stesse.

Vi diranno che tutto ciò che le ragazze amano è stupido e orribile. Lo hanno detto di Elvis Presley, lo hanno detto dei Beatles e lo hanno detto di Frank Sinatra. Non sono stati i ragazzi a scoprire questi artisti, che vengono ora riconosciuti tra i più grandi di tutti i tempi. MA LE RAGAZZE. Allo stesso tempo, contro ogni logica, vi diranno che tutto ciò che cattura l'interesse maschile è incredibilmente figo. Ci sono uomini adulti capaci di intrattenere lunghe e accese discussioni su Optimus Prime.

E tuttavia — ci sono ragazze che amano i Transformers! E ragazzi che avevano una cotta pazzesca per Elvis!

Io? Io preferisco le Converse ai tacchi alti. Passo decisamente più tempo su Tumblr che in giro per negozi e sarò sempre una mega fan di Star Wars. E sapete una cosa? Oggi, ho comprato due pochette. Una di queste era rosa. Ciò non mi rende superficiale, vapida, stupida o incapace di dedicarmi alle mie passioni. Mi rende solo qualcuno in possesso di una pochette rosa dannatamente carina.

Quello che sto cercando di dire, è che esistono tanti modi di essere "una ragazza" quante sono le ragazze nel mondo. Ci saranno sempre persone là fuori pronte a dirvi che se vi piacciono cose che la cultura popolare etichetta "da ragazzine", siete stupide e che se proclamate di amare cose che la cultura popolare identifica come roba da maschi, state mentendo. Queste persone sparano solo tante cavolate.

Amate quello che volete amare. Siatene orgogliose. Chiunque provi a dirvi ciò che "potete" o "non potete" farvi piacere, perchè siete delle ragazze, è uno sporco bugiardo. Voi SIETE come le "altre ragazze", come lo siamo tutte, nel senso cioè che nessuna di noi è venuta fuori da una qualche Catena di Assemblaggio Femminile. Siamo singoli individui. Dovremmo tutti poter esprimere le nostre passioni senza per questo venire giudicati – dalla società o da noi stessi.

Pesca Miracolosa


Dico ai miei studenti, ‘Quando riuscirete ad avere quel lavoro per il quale siete stati così brillantemente preparati, ricordate solo che il vostro vero compito, se siete liberi,  è di liberare qualcun altro. Se avete del potere, allora il vostro compito è di condividere quel potere con altri. Questo non è un gioco il cui scopo è estrarre più dolcetti possibili dal sacco della pesca miracolosa.


Well there's a young man in a T-shirt
Listenin' to a rock 'n' rollin' station
He's got a greasy hair, greasy smile
He says, "Lord this must be my destination"

'Cause they told me when I was younger
Said, "Boy you're gonna be President"
But just like everything else those old crazy dreams
Just kinda came and went

Oh, but ain't that America for you and me
Ain't that America somethin' to see baby
Ain't that America home of the free, yeah
Little pink houses for you and me
Oh built baby for you and me
 

lunedì 5 novembre 2012

Lotta per il tuo mondo,
non per il tuo paese.

domenica 4 novembre 2012

Costumi Osè

"Se scegli di non seguire la moda di indossare costumi osé, hai tutto il mio sostegno. Tuttavia, credo che sia pericoloso assumere un atteggiamento di superiorità verso le altre donne che desiderano mettersi un po' più in mostra. In altre parole, vestiti come preferisci, ma rispetta chi si sente a proprio agio nel suo corpo. Ricordo un Halloween alcuni anni fa, quando una donna urlò “sgualdrine!” dal finestrino di una macchina, mentre superava un gruppo di giovani vestite in abiti succinti. Per i ragazzi che furono testimoni di quell'incidente, potrebbe aver reinforzato l'acettabilità dell'utilizzo di tali termini. Se davvero ti infastidisce il fatto che altre donne indossino un certo tipo di costumi, forse sarebbe l'ora di esaminarne più approfonditamente il motivo. Immagina se le donne si complimentassero l'un l'altra per i rispettivi costumi e si difendessero a vicenda contro commenti sessisti e degradanti? Di sicuro migliorerebbe di molto il mio Halloween se la solidarietà femminile fosse più diffusa."
—   
Trick-or-Treat? The Problem With Halloween

Riflessione che ritengo adattabilissima qui in Italia, più ai raduni di cosplay che ad Halloween, che per ora rimane solo una pallida imitazione della celebrazione degli States. Io personalmente non sono tra coloro che si sentono a proprio agio ad indossare costumi con poca stoffa, ma si tratta di una mia scelta personale. Il rispetto verso le altre persone invece, dovrebbe essere la norma, sempre e comunque.

sabato 3 novembre 2012




You're struttin' into town like you're slingin' a gun
Just a small town dude with a big city attitude
Honey are ya lookin' for some trouble tonight
Well all right

You think you're so bad, drive the women folk wild
Shoot 'em all down with the flash of your pearly smile
Honey but you met your match tonight
Oh, that's right

You think you'll knock me off my feet 'til I'm flat on the floor
'Til my heart is cryin' Indian and I'm beggin for more
So come on baby
Come on baby show me what that loaded gun is for
If you can give it I can take it
'Cause if this heart is gonna break it's gonna take a lot to break it I know tonight
Somebody's gonna win the fight
So if you're so tough
Come on and prove it
You heart is down for the count and you know you're gonna lose it
Tonight you're gonna go down in flames
Just like Jesse James
Tutti noi vogliamo apparire al nostro meglio.
Tuttavia, ciò che viene considerato bello o affascinante in un dato luogo,
è considerato brutto o persino ridicolo, da un'altra parte.

Onu: «La Dieta Vegana Salverà il Mondo»

Gli allevamenti causano deforestazione e emissione di gas

Le Nazioni Unite per la prima volta indicano la transizione verso una dieta priva di prodotti animali come la via da seguire per risolvere i problemi ambientali e alimentari che affliggono il pianeta.

L’inedita presa di posizione, che ricalca ciò che molte associazioni animaliste e ambientaliste dicono da tempo, quando sottolineano le buone ragoni non solo etiche, ma anche ecologiche, per passare a una dieta vegan, si leggono nell’ultimo rapporto diffuso dall’Unap, il Programma Onu per l’ambiente, pubblicato lo scorso due giugno. Nelle conclusioni dello studio dal titolo ”Assessing the environmental Impacts of Consumption and Production”, gli scienziati mettono in guardia sui rischi della prospettiva in cui all’incremento in corso della popolazione mondiale corrisponda un aumento dei consumi di carne, pesce, latte e uova, che avrebbe conseguenze ambientali devastanti prevenibili solo con un drastico cambiamento delle abitudini alimentari mondiali e la rinuncia all’utilizzo, da parte di tutti, dei prodotti animali. 

Secondo le proiezioni pubblicate quest’anno dalla Fao, infatti, l’attuale modello culturale e la diffusione del consolidato stile di vita occidentale porterà la produzione di carne a più che raddoppiare entro il 2050 (arrivando dagli attuali 228 milioni di tonnellate a 463 milioni). Senza un’inversione di tendenza, si tratterà di un vero e proprio disastro ambientale i cui effetti sono calcolabili già adesso, visto che l’insostenibilità dell’attuale modello emerge da tutti i dati messi in evidenza nei rapporti dell’ organizzazione intergovernativa, senza che però da questa consapevolezza siano scaturite mai concrete iniziative politiche.


Il rapporto Onu indica la zootecnia tra le prime voci delle priorità da affrontare nel prossimo futuro, riconoscendo l’allevamento degli animali come una delle cause primarie all’origine dell’inquinamento e del riscaldamento globale, che provoca all’ambiente più danni rispetto alla produzione di materiali per l’edilizia, come sabbia e cemento e materiali come plastica e metallo, e sottolinea che le coltivazioni per i mangimi animali sono dannose come il consumo di combustibili fossili. Ma la zootecnia è, soprattutto, uno degli ambiti in cui è maggiore lo spreco delle risorse. In termini strettamente energetici, infatti, come spiega dettagliatamente il Neic (Nutricion ecology International Center), l’allevamento degli animali ”da reddito” è uno degli investimenti meno proficui e gli animali sono come ”fabbriche di proteine alla rovescia” poiché il funzionamento del loro metabolismo fa sì che il capitale investito nella produzione di carne sia poi restituito in modo drasticamente più basso.

Basti pensare che servono 25 kcal di cereali per ottenere un solo kcal di carne bovina, 11 volte più rispetto all’energia necessaria per la produzione di grano, che ammonta a 2,2 kcal circa. E il rapporto è di 57:1 per la carne di agnello, 40:1 per quella di manzo, 39:1 per le uova, 14:1 per il latte e la carne di maiale, 10:1 per il tacchino, 4:1 per il pollo.

E mentre il settore zootecnico consuma le calorie che potrebbero sfamare le popolazioni del sud del mondo, fa anche peggio con l’acqua che porta via, visto che, oltre all’8% di acqua potabile mondiale che serve ad abbeverare direttamente gli animali reclusi negli allevamenti, è enorme la quantità necessaria per coltivare i foraggi che li nutrono.

A conti fatti, per ottenere un chilo di manzo da allevamento intensivo si sprecano duecentomila litri d’acqua a fronte dei duemila che bastano, ad esempio, per la stessa quantità di soia dal valore nutritivo comparabile. Se poi si pensa che allevare gli animali produce più emissioni di gas serra rispetto al settore dei trasporti e ben il 64% dell’ammoniaca totale, che concorre all’acidificazione degli ecosistemi e alle piogge acide, è chiaro come la zootecnia contribuisca anche a complicare gli sforzi per la conservazione della biodiversità.  Secondo l’ultimo rapporto Fao il 10% delle specie protette rischiano l’estinzione per cause riconducibili direttamente gli allevamenti intensivi, perché il 26% delle terre libere dai ghiacchi è destinato all’allevamento e soggetto a deforestazione e erosione, mentre le deiezioni animali, prodotte in quantità che i terreni non sono in grado di smaltire, contaminano gravemente gli ecosistemi acquatici.

Cambiare le cose, però, stavolta, è alla portata di tutti. Negli ultimi paragrafi del rapporto Onu, nel capitolo sui consumi, gli scienziati indicano chiaramente la via da seguire, sottolineando quanto sia diretto il rapporto tra dieta e salvaguardia del pianeta e come scegliere i prodotti animali comporti un ben maggiore impatto rispetto ai prodotti vegetali. Poche volte come in questo caso la responsabilità di salvare il mondo passa in concreto dalle scelte quotidiane.

Leonora Pigliucci
10/06/2010

giovedì 1 novembre 2012

Nessuno è libero, quando altri sono oppressi.
 

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