«Ora comincio a veder chiaro il disegno di Ambrogio, di Giovanni
Crisostomo, di Teofilo… e il tuo, naturalmente! Dunque: esiste un solo
dio, quello cristiano. Tutti gli altri sono falsi. La verità è nelle
sacre scritture. Solo la Chiesa, solo voi preti sapete interpretarle».
«Certo! Certo! Non crederei al Vangelo se non mi ci inducesse l’autorità della chiesa!» esplode Agostino.
«Appunto.
I popoli di tutto l’Impero e poi quelli del mondo intero devono essere
tutti cristiani. Ma nessuno può ragionare e pensare. Tutti devono
dipendere da voi preti per salvarsi. Ma è meglio tenerlo separato questo
esercito di schiavi: e così ne cancellate la metà, la donna portatrice
di vita!
Non dimenticare che ai primordi c’era un mondo senz’armi né
eserciti: un mondo in pace in cui arti, tecnologie, esperienza religiosa
e medicina erano patrimonio della donna, incarnazione dello Spirito del
Mondo: la grande Madre Terra! La donna che partoriva nei templi!
Mentre
voi ora dovete renderla simbolo del male: ed ecco, lì, tra le gambe
della donna avete cominciato a disegnare un nido d’immondizia!
Sapete
perfettamente quale forza scorre nel sangue dell’uomo, quale tempesta: e
voi afferrate quella forza, la dominate, ve ne impadronite, ne fate un
simbolo del male e l’evento più bello - l’amore che fa proseguire la
vita - voi lo sporcate! Per controllare l’uomo!
E per controlllare l’uomo, state riducendo ad un sacco di immondizia la donna!
E
Ambrogio non fa che parlare di verginità! E m’hanno detto che tu stai
organizzando dei conventi per rinchiuderci delle povere disgraziate e
tenerle segregate una vita intera. E anche tu non fai che parlare di
verginità! E del peccato! E della dannazione! Agostino… tu, Ambrogio,
Giovanni e Teofilo state costruendo una religione della morte!»”
-Adriano Petta [Ipazia di Alessandria 370-415 d.C.]
martedì 2 ottobre 2012
Ipazia fissa Agostino con occhi di fuoco, si morde le labbra.
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